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La ballata della rabbia
Testo e musica: Federico Bergonzoni

Apparve alla televisione
il solito intellettuale
disse: “solo io ho ragione,
il mio mestiere è scandalizzare”.

E fra tette e sorrisi
e culi in vetrina
salì fra gli applausi
l’ultima diva bambina.

“Le nostre bombe sono intelligenti”
si diceva nei telegiornali
“risparmiano gli innocenti
colpiscono solo i criminali”.

E il signore della guerra disse:
“sono io la democrazia
dei cattivi su questa terra
faccio pulizia”.

Vostra Santità
affacciata al davanzale
predicava umiltà
dal suo palazzo reale.

La folla dei fedeli
affascinata dalla sua voce
sconfisse tutti i mali
facendosi il segno della croce.

Venne la notte,
la notte delle ronde
ci furono morti botte
si tirò alle stelle con le fionde.

Si mischiò il passato
il passato con il futuro
qualcuno ha ordinato:
“costruiamo un altro muro”.

Si volle insegnare alla gente
che uccidere è sbagliato
così si punì con la morte
chi aveva assassinato.

E mentre si seppelliva
l’ennesima strage di stato
qualcuno dal fondo gridava:
“noi non abbiamo dimenticato”.

Le vecchie facce
si vestirono di nuovo
perché si credesse
che fossero loro il futuro.

Gettarono una bomba in piazza
per creare la tensione
perché l’unica certezza
fosse la confusione.

Si fece una gran festa
per provare a dimenticare
qualcuno cercò di alzar la testa
ma gli dissero: ”amico non ci provare”.

Ma forse per la rabbia
o per la voglia di cambiare
togliemmo la testa dalla sabbia
per ricominciare.
 

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